Helena Aguilar Mayans e i Suoi Ritratti Senza Tempo su Pellicole Lomography
1La fotografa spagnola Helena Aguilar Mayans si occupa di fotografa Fine Art ed é sempre alla ricerca di luoghi oscuri e abbandonati da utilizzare come sfondo per le sue fotografie senza tempo che trattano di bellezza e decadenza. Usa regolarmente la pellicola per aggiungere una sensibilità magica al suo lavoro e recentemente le è stato mandato un rullino LomoChrome Metropolis da testare. In questa intervista, Helena ci parla del suo lavoro, di cosa la ispira a creare e di come si é trovata ad usare questa nostra pellicola.
Ciao Helena, benvenuta! Puoi fare una breve presentazione ai nostri lettori?
Ciao, grazie per avermi invitato a far parte di tutto questo! È un vero piacere! Sono di Olot, una piccola città circondata da vulcani, nel nord della Catalogna, in Spagna. Ho 32 anni e sperimento con la fotografia da quando avevo 16 anni. Ho una laurea in Belle Arti e un master in educazione artistica, entrambe presso l'Università di Barcellona.
Raccontaci del tuo background fotografico. Qual è la tua storia? Quando hai iniziato a fotografare?
Ho studiato Belle Arti e sono sempre stata interessato all'arte. Il mio amore per la fotografia è iniziato quando al liceo un insegnante mi ha spiegato l'arte e il lavoro di Julia Margaret Cameron e ne sono rimasta davvero molto colpita. Ho scoperto che la fotografia era qualcosa di più che "registrare una realtà", l'idea che si potessero creare immagini più sognanti ed eteree attraverso questo mezzo è stato un momento di svolta nei miei lavori. Ho iniziato così a lavorare con alcuni amici e a mettere in scena alcune idee da fotografare e da allora non mi sono più fermata.
Molte delle tue foto ritraggono donne in luoghi abbandonati: puoi dirci il significato che c'è dietro e com'è nato questo progetto?
Il progetto è iniziato come modo per capire e analizzare l'arte della fine del XIX secolo - inizio del XX secolo in Europa: simbolisti, decadenti, esteti...Ero davvero ispirata da loro e volevo capire meglio la loro arte e le loro idee. Volevo anche aggiungere la presenza femminile che è sempre presente nel mio lavoro. Una volta che il progetto ha iniziato a prendere forma, tutti questi dipinti che fanno parte del mio universo, e l'arte che mi ispira, sono diventati più una sorta di influenza estetica, e il progetto stesso si è trasformato in qualcos'altro. È diventato un modo per parlare di spazi mentali, femminilità e del modo in cui a volte io stessa mi sento in questo mondo.
Il progetto è accompagnato da riferimenti letterari, come il concetto di "Una stanza tutta per sé" forgiato da Virginia Woolf: questi luoghi che immagino diventano rifugi, spazi sicuri, dove si può essere liberi e lontani dal mondo. Sono anche spazi di contemplazione e spazi propri femminili. Anche se i luoghi sembrano abbandonati è un modo per queste donne di essere: possono essere sole lì e il luogo diventa una sorta di portale, un modo per essere lontano dal rumore e dallo stress del mondo.
L'idea della rovina è affrontata come un elemento di evasione ed evocazione dove la natura recupera il suo spazio, ma il progetto non è solo una registrazione di un patrimonio che scomparirà o sarà trasformato, diventa un luogo di rifugio e contemplazione e una riflessione su come abitiamo e sentiamo gli spazi. È un ritorno ai luoghi segreti dell'infanzia e una porta d'accesso agli universi che abitiamo mentalmente.
Da dove trai ispirazione?
Da molte cose in realtà. Più in generale dall'arte: ho molti riferimenti provenienti dai dipinti, specialmente le opere dei movimenti che ho menzionato prima. Amo trarre ispirazione dall'uso dei colori, dalle pose, dall'integrazione tra soggetto e sfondo... Anche la letteratura è una grande fonte di ispirazione per me, mi aiuta soprattutto a creare quei personaggi femminili che immagino. Le sorelle Brontë sono in assoluto le mie autrici preferite. Anche l'abbigliamento storico, in particolare la moda di inizio secolo, le arti applicate e l'artigianato, l'architettura, specialmente l'Art Nouveau sono cose che mi ispirano molto. Anche la musica e il cinema sono una grande fonte di ispirazione, e infine anche altri fotografi, sia "vecchi" che contemporanei, sono riferimenti importanti.
Come fai a trovare tutti questi magnifici posti abbandonati?
Oh, faccio mesi e mesi di ricerca in anticipo. C'è molto lavoro dietro e occupa molto tempo, ma amo anche questa parte di ricerca e, mentre cerco un posto, finisco sempre per trovarne un altro: é un processo infinito. Trascorro molte ore usando Google Earth alla ricerca di potenziali posti e a volte mi capita anche semplicemente di fermarmi in un posto che vedo mentre guido. Si possono trovare delle vere e proprie gemme. Sono veramente affascinata da questi posti. Inoltre, molti posti sono già elencati online e si tratta solo di trovare un modo per andare a vederli di persona e scoprirli. A volte faccio ricerche per molte, molte ore, anche di notte. Mi piace scegliere molto bene i luoghi, affinchè siano posti che penso possano essere un buon scenario per le mie foto e che si adattino a ciò che cerco di trasmettere.
Puoi condividere con i nostri lettori il processo dietro ad una tipica giornata di shooting?
Di solito ho un'idea in mente, ad esempio una piccola storia che voglio raccontare. Ricerco alcuni riferimenti visivi, per lo più dipinti, e poi penso all'outfit. Mi piace anche lasciare che sia il luogo ad ispirarmi. A volte mi sembra che lo spazio mi diriga o mi offra qualcosa di completamente inaspettato. In breve, direi che ci sono alcune cose ben pianificate (un'idea generale, un outfit, un'atmosfera...) ma di solito non le foto. Mi piace vedere cosa succede una volta in loco, dove il soggetto può adattarsi meglio, e dove posso trovare un'armonia tra la presenza umana e l'architettura. In qualche modo é un processo molto intuitivo e amo questa parte, posso lasciarmi davvero traspore. Di solito lavoro con amici come soggetto, quindi in generale, la sensazione durante lo shooting è molto rilassata e familiare. Ed è bello perché possiamo condividere le sensazioni che otteniamo da questi luoghi, alcuni posti ti trasmettono molta calma e in altri, ti senti più teso, e di solito proviamo le stesse vibrazioni.
Alcune di queste meravigliose foto sono state scattate con la pellicola Metropolis: quali sono le caratteristiche che ti hanno colpito di più?
Ho amato la gamma di colori che offre! Mi ricorda anche un po' l'autocromia. Penso che aggiunga un'atmosfera molto speciale che funziona molto bene con il mio universo e il mio stile. Mi è piaciuto molto scattare con questo rullino e sicuramente lavorerò ancora con questa pellicola. Ho sempre amato i toni verdastri e tenui, quindi penso che sia perfetta per il mio lavoro! Grazie ancora per avermi dato la possibilità di provarla, è stata una bella scoperta!
Utilizzi spesso le pellicole Lomography nei tuoi lavori: qual è quella che ti piace di più?
Uso i rullini Lomography da molti anni ormai, sia in bianco e nero che a colori. La mia preferita è la 120 a colori con 800 ISO, amo la sua versatilità. È perfetta quando non si ha molta luce, cosa che a volte succede in quei luoghi abbandonati. Non uso mai un treppiede, quindi per me, questa pellicola è sempre un must! Ed è stata di grande aiuto in diverse occasioni hehe.
Scatti principalmente in medio formato: perché questa scelta? E qual è la macchina fotografica con cui scatti principalmente?
Quando ero all'università lavoravo principalmente in 35 mm e grande formato. Mi piace molto il grande formato e mi piacerebbe lavorarci ancora. Ma era un po' troppo complicato portare un banco ottico in quei posti, così ho deciso di passare al medio formato, per avere un po' più di qualità rispetto al 35 mm e per avere anche qualcosa di più portatile. Per questo motivo, ho deciso di prendere una fotocamera economica per testare e vedere come mi sentivo con il medio formato. E ho una fotocamera Kiev. Ha i suoi problemi ma per ora è quello che ho. La uso da tanti anni ormai e ho un amore speciale per lei.
Hai in programma qualche progetto o collaborazione interessante?
Sì, ho diversi progetti in mente in questo momento. Uno a cui ho iniziato a lavorare ultimamente riguarda l'idea del giardino abbandonato e delle follie architettoniche. È in una fase molto iniziale quindi non voglio dire molto al riguardo per il momento. Vorrei anche trasformare il mio progetto su questi luoghi abbandonati in un libro: é un'idea che ho da molti anni ormai, e sta andando molto lentamente, ma sto collaborando con alcune persone incredibili per questo progetto e penso che possa trasformarsi in qualcosa di bello. Non ho idea di quando sarà fatto, ma per ora è qualcosa a cui sto lavorando lentamente.
Il mese scorso ho anche scattato le foto promozionali per il prossimo album della polistrumentista norvegese Sylvaine. Abbiamo davvero legato e penso che ne usciranno dei bei scatti. Anche diversi creatori che si sono uniti a noi: Under the Pyramids (gioielli) e Amentia Studio (abbigliamento). Tutto si è incastrato alla perfezione e non vedo l'ora di condividere presto i risultati di questo progetto!
Segui Helena sul suo profilo Instagram per vedere tutti i suoi lavori!
Scritto da melissaperitore il 2021-11-01 in #gear
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