Under Milano: il Progetto Fotografico che Racconta il Lato Intimo e Pulsante della Metropolitana di Milano

Concentrandosi su piccoli gesti inconsapevoli, Under Milano cattura tutto ciò che per abitudine sfugge allo sguardo dello spettatore e che ormai molti di noi diamo per scontato. Sergio Raffaele e Tiziano Demuro, i fotografi dietro questo progetto fotografico, oggi ci presentano alcuni scatti realizzati su pellicola Color Negative 800 35 mm nella metropolitana di Milano.

© Under Milano

Ciao Tiziano e Sergio, benvenuti sul nostro Online Magazine! Raccontateci come nasce Under Milano.

Quando ci siamo conosciuti, confrontando le nostre ricerche ci siamo resi conto di un interesse comune per l’ordinario urbano. E così, nel 2018, abbiamo creato Under Milano, un progetto dedicato alle atmosfere, gesti e suggestioni della metropolitana milanese. Inizialmente ci eravamo dati un limite temporale di un anno ma presto ci siamo resi conto che le dinamiche di quella narrazione continuavano a evolvere e avevamo bisogno di più tempo per continuare a lavorarci.

© Under Milano

Scattate principalmente in digitale, ma queste foto sono state realizzate in analogico con la nostra pellicola Color Negative 800 35 mm: quali sono le sfide che avete affrontato nel documentare queste scene su pellicola?

Sì, è vero scattiamo principalmente in digitale, ma consideriamo la fotografia analogica un linguaggio affascinante, l'abbiamo infatti utilizzata su altri progetti. Nel progetto Under Milano, nato in digitale, abbiamo sperimentato l’analogico con Lomography. Con il Color Negative 800 ci siamo trovati a nostro agio, avevamo già sperimentato questa pellicola e sapevamo che ci avrebbe aiutato a enfatizzare colori e atmosfere.

Un ambiente pubblico ti mette sempre di fronte a numerose sfide, fotograficamente parlando. Nello specifico, la metropolitana ti mette di fronte a luci contrastanti, movimento, spazi bui, interazioni improvvise, tutti elementi che bisogna considerare e su cui occorre stare in equilibrio per arrivare a un linguaggio consapevole.

© Under Milano

Qual è stata la vostra prima reazione quando avete visto le foto?

È sempre un concentrato di tante emozioni. Siamo rimasti molto soddisfatti. Il fascino di scattare con pellicola sta proprio nel tempo, aspettare, immaginare, prefigurarsi gli scatti e confrontare queste immagini mentali con ciò che è stato fissato realmente nella pellicola. Trovare sfumature che a volte non avevamo considerato e che aggiungono stratificazioni all'immaginario che ci eravamo prefissati è sempre un bel momento.

La principale differenza rispetto agli scatti digitali?

Una differenza importante è il tempo: lo scatto digitale ti mette nella condizione di avere un riscontro immediato, la possibilità di agire per migliorarlo, di affinare al millesimo l'immagine in tempo reale. La pellicola invece attiva una dinamica molto più dilatata a cui non siamo più abituati, dal pensiero allo sviluppo entrano in gioco una serie di variabili che non sempre possiamo padroneggiare nella loro totalità. Il mezzo analogico ha una percentuale di variabilità che volente o nolente sfugge al controllo del fotografo, questo aspetto ci affascina ed è in un certo senso riappacificante in un mondo che corre così veloce.

Quali fotocamere avete utilizzato?

Abbiamo usato una Nikon F65 e una Nikon F75. E' stata un'esperienza interessante che ci piacerebbe ripetere.

© Under Milano

Sul vostro sito leggiamo: Seppur sostenuto da un forte impianto estetico, il progetto supera il puro godimento visivo per spingersi verso un'indagine antropologica attiva, cercando di svelare un paesaggio nascosto, intimo, sotterraneo e pulsante: in questi anni, quali paesaggi nascosti siete riusciti a catturare/scoprire?

La maggior parte dei paesaggi che abbiamo scoperto negli anni (ormai 6) sono intimi e strettamente correlati alla percezione personale che si ha del viaggio, dello spazio, dell'interazione sociale. Ci siamo trovati a leggere dinamiche sottilissime che hanno costruito in noi uno sguardo in continua evoluzione. Lavoriamo molto sul dettaglio, sono i particolari a incuriosirci e a catturare la nostra attenzione. Ti possono aprire porte inaspettate e suggerirti una storia che sta per iniziare o si è appena conclusa.

Raramente vediamo i volti dei soggetti delle vostre fotografie: è una questione di privacy o una scelta stilistica?

Lavorare in sottrazione, concentrandoci su piccoli gesti, ci ha portato alla scelta di escludere i volti così che quel frammento di racconto è di chiunque ci si voglia riconoscere, indipendentemente dalla reale identità del soggetto. Il soggetto, umano o inanimato, deve saper assumere un ruolo secondario e poter restituire un complesso immaginario che ognuno può far suo.

Cosa vi fa premere l'otturatore?

Gesti inconsapevoli, oggetti abbandonati, il silenzio dello spazio tra il caos della folla, luoghi (fisici o mentali) che definiscono in maniera sintetica parte del nostro quotidiano e tutto ciò che per abitudine sfugge allo sguardo di chi ha smesso di farsi stupire dall'ordinario.

© Under Milano

La vostra linea della metropolitana preferita? E per quale motivo?

Siamo concordi nel dire che la nostra linea, quella che per molti anni ci ha portato a casa, è la M1. Il primo motivo dunque è chiaramente sentimentale, ma emozioni a parte, la linea Rossa ha una storia che per noi è stata fondamentale nella creazione del nostro immaginario. Il lavoro di Franco Albini, Franca Helg, Bob Noorda ha avuto un forte ascendente su di noi e lo studio costante ci ha avvicinato ancora di più alle dinamiche che fanno di quegli spazi immagine.

Vi piacerebbe estendere questo progetto ad altre metro italiane o addirittura all'estero?

È un pensiero su cui fantastichiamo tanto e ci piacerebbe molto estendere il progetto, chiaramente in un'altra chiave rispetto a quello su cui lavoriamo, ma con una matrice comune. Abbiamo già sperimentato fotografando la metropolitana di New York ed è stata un'esperienza davvero illuminante.

Scatterete nuovamente in analogico?

Siamo sicuri di sì, stiamo già pensando a un nuovo progetto da realizzare completamente in analogico.

© Under Milano

Come accennato, questo progetto coinvolge 2 fotografi: i pro e contro nel lavorare su un progetto che coinvolge più persone con sguardi e background diversi tra loro?

Crediamo che lavorare insieme, con lo stesso obiettivo e con la stessa idea di fotografia sia di grande aiuto e stimolo per entrambi. Quello che per noi ha fatto la differenza, il grande pro, è che l'autore di queste immagini è Under Milano, non Sergio o Tiziano, ma una sinergia tra i due che va oltre l'egoriferimento all'autorialità del singolo fotografo. Con Under Milano abbiamo lavorato molto per costruire un linguaggio comune che giorno dopo giorno continua ad affinarsi e a educarsi grazie ai differenti background che sono diventati ricchezza l'uno per l'altro. Saremo banali ma non riusciamo trovare dei contro, in fondo rimaniamo dei romantici ;)

Quale sarà il prossimo traguardo per Under Milano?

Ci piacerebbe organizzare presto una nuova mostra e far diventare questi 6 anni di ricerca un libro.


Segui il racconto visivo della metropolitana di Milano su Under Milano. Fotografie di Tiziano Demuro e Sergio Raffaele.

Scritto da melissaperitore il 2024-06-18 in #gear #atm #milano #35-mm #m1 #color-negative-800 #under-milano #tiziano-demuro #sergio-raffaele

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